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domenica 17 giugno 2012

Carmine Castoro

Carmine Castoro parteciperà alla tavola rotonda 'Virtù e nuovi media' sabato 30 giugno alle 20,00.

Carmine Castoro, giornalista professionista, è stato collaboratore e inviato per quotidiani e magazine nazionali e come autore televisivo ha firmato numerosi programmi per il palinsesto notturno della RAI e per canali Sky. Studioso ed esperto di “fenomeni estremi”, ha dedicato molti reportage a: trasgressione, prostituzione, manicomi, droga, malasanità, psicosette, devianze giovanili, pedofilia, logica della comunicazione televisiva. È inoltre autore delle monografie Roma erotica (Castelvecchi, 1997) e Crash Tv. Filosofia dell’odio televisivo (Coniglio 2009). Attualmente si occupa di filosofia e media per quotidiani nazionali e per il settimanale «Il Futurista».

Il libro, Maria de Filippi ti odio, CaratteriMobili
 
Il Dolore, la Fama, il Talento, l’Amore, l’Amicizia, sono alcuni dei valori su cui Maria De Filippi ha fondato il successo di trasmissioni come C’è Posta per te, Amici, Uomini e Donne, Italia’s Got Talent. Ma su quale principio di “realtà” si fondano? A quale modello di individuo parlano? Quali effetti provocano su un pubblico anagraficamente sempre più trasversale?
Nessun pregiudizio personale, meschinità o moralismo contro la carriera e i format della famosa conduttrice. Ma una critica al vetriolo sulle logiche di retrovia, i meccanismi di falsificazione, i linguaggi di massa, il grande inganno dell’intrattenimento “facile” che hanno trasformato i suoi format in centri di raccolta e smistamento delle nostre identità, sempre più bisognose degli scintillii della televisione per consistere e sopravvivere di fronte all’anonimato dilagante.
Maria De Filippi ti odio è il tentativo di scardinare, con il grimaldello della filosofia, la grammatica di certi programmi di grande audience, visti come epicentro di un immaginario televisivo ormai anacronistico, devastante, da sostituire con un nuovo modo «ecologico» di pensare l’uso e l’impatto dei media sulle nostre vite già fin troppo spettacolarizzate.

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